
Foto di Gianni Berengo Gardin, dalla rete.
Ma il medico ginecologo Francesca Piol (trentottenne sposata con un altro medico e madre di otto figli) dice: “Io lo penso spesso – mi riprendo quello che ho perso – ma è proprio in quel momento che mi dico: guarda quello che hai. E allora vedo tutto quello che ho guadagnato”. Il consiglio di Francesca è di mettere sempre davanti “quello che c’è, perché è ovvio che a mettere davanti quello che non hai ti sembrerà che manchi sempre qualcosa.
Il desiderio del cuore è talmente grande che è normale sentire la finitezza. Ma per me questo non significa accontentarsi.
Non mi basta mai nulla, ma contemporaneamente cerco di dare valore al presente. Non mi scandalizzo del mio limite, però. Una delle mie figlie, alla vigilia della prima comunione, si è messa a piangere dicendo che le sembrava di non avere peccati e che però questo era un peccato. Ecco, la cosa difficile è avere la coscienza del peccato. Lo penso la mattina quando attraverso il reparto e vedo che non a tutti i pazienti riesco a dare il massimo, magari perché non tutti sono gentili o puliti o educati come vorrei. Oppure quando mio figlio mi si avvicina e mi chiede aiuto e io, stanca e nervosa, non riesco a darglielo. Però so che c’è un ordine naturale delle cose. Magari capita di sbagliare, di sovvertirlo, ma c’è”.
Marianna Rizzini, Il Foglio, 29 ottobre 2009